La tradizione enologia della Campania ha un’origine lontana che risale ai tempi degli antichi Greci. Il contributo dei Greci sarà fondamentale per il successo dei vini campani, tuttavia furono gli antichi Romani a sviluppare appieno le potenzialità vinicole dei territori vesuviani impiantando tra l’altro le qualità di viti dette “Vesuvio” che secoli dopo daranno vita al famoso Lacryma Christi.
Si racconta che gli antichi romani e in particolare gli imperatori avevano una particolare predilezione per i vini della Campania, sono molti infatti gli autori di quel tempo, come Plinio il Vecchio, a decantare le qualità del vino Falerno. Il prestigio e il valore del Falerno era tale che un’anfora di questo vino poteva addirittura valere il prezzo di uno schiavo.
Pompei assunse un’importanza enologica molto elevata e divenne in breve tempo il punto di riferimento per il commercio di vino in tutto il mondo antico.
Negli scavi moderni sono state ritrovate molte vigne all’interno delle mura, per la maggior parte collocate nelle case in prossimità dell’Anfiteatro. L’archeologia a Pompei ha riportato alla luce le radici di alcune vigne e la scoperta di informazioni preziose. La tecnica della viticoltura a Pompei era particolarmente articolata, i filari di vite avevano disposizioni precise e piante di legumi, in genere fave, venivano piantate tra le viti, non solo perché arricchivano il raccolto ma anche perché fornivano al terreno sali minerali preziosi per il vino.
Conosciamo gli usi e le tradizioni di Pompei proprio a seguito degli scavi archeologici, grazie ai quali scopriamo la costante produzione e consumo di vino da parte dei cittadini nei tempi antichi.
Dopo il raccolto e la pigiatura con i piedi, i grappoli venivano passati al torchio cercando di ricavare la maggiore quantità di succo possibile. Il liquido si conservava in orci di terracotta che venivano disposti su file e in parte interrati per evitare che gli sbalzi di temperatura potessero danneggiarne la fermentazione.
Grazie ai bolli impressi sulle anfore è stato possibile ricostruire il commercio del vino ai tempi dell’antica Pompei. I prodotti agricoli erano diffusi in tutto il bacino del Mediterraneo e ben oltre i confini nord italici.
Le coltivazioni di Pompei sono attive ancora oggi, con alti e bassi nel corso dei secoli, tanto che nelle parti verdi del Parco Archeologico, le distese di vitigni producono ottimi vini.
Negli ultimi quarant’anni i vini della Campania stanno registrando incredibili successi e suscitando notevole interesse da parte dei consumatori, un interesse che riguarda sia i bianchi sia i rossi. Fiano di Avellino, Falanghina, Greco di Tufo, Taurasi e le diverse espressioni dell’incredibile Aglianico, sono solamente alcuni dei tanti vini che oggi fanno della Campania una delle regioni più interessanti d’Italia dal punto di vista enologico.
Presso le nostre strutture è possibile apprezzare in pieno le potenzialità dei prodotti campani immersi in un’atmosfera unica.
L’Hotel del Sole è situato di fronte all’ingresso principale degli antichi Scavi di Pompei (ingresso Anfiteatro), nel centro cittadino. La vista panoramica sugli Scavi che si gode dal terrazzo delle camere o dalla Sala Ristorante fa vivere la sensazione di essere immersi nella storia.
La Cucina propone le ricette della tradizione partenopea, reinterpretati in chiave moderna, in una combinazione di piatti tipici accompagnati da accostamenti enologici perfetti.
La Pizza è quella classica napoletana, soffice, dal cornicione alveolato e fragrante, leggera e saporita, grazie all’impasto realizzato con farine con germe di grano dal profumo intenso e il gusto inconfondibile.
La carta dei vini ha un eccellente assortimento tra bianchi e rossi con una trentina di etichette delle migliori cantine regionali.
Naturalmente non possono mancare le bollicine, con i migliori spumanti italiani e Champagne.
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